Come sarà il mondo nel 2050?
Una domanda alla quale Jacques Attali prova a rispondere con la sua grande capacità di anticipazione e anterovisione.
L’economia di mercato e la dimensione consumistica è in crisi e la crisi provocherà formidabili impatti sociali mettendo prima in competizione e poi in conflitto due grandi condizioni sociali: nomadismo e stanzialità.
Paradossalmente ciò che è successo in natura si replicherà andando a toccare e modificare gli stili di vita e l’intero universo umano. La mortificazione del territorio ridotto a periferia della metropoli e l’abbandono della natura provocheranno gravi crisi ecologiche mentre i paesi che oggi sono contraddistinti da forti dinamiche di sviluppo dovranno vedersela con l’invecchiamento della popolazione e con la necessità di investire in servizi e infrastrutture, obiettivi prima trascurati.
Mancheranno le risorse e l’economia di mercato, almeno come la conosciamo, collasserà fino ad estinguersi e a diventare un vago ricordo “come il feudalesimo”. Successivamente si svilupperà una nuova forma economica, che Attali definisce “economia relazionale”, tesa a realizzare servizi senza ricavarne utili.
Certamente il portato di queste visioni può lasciare perplessi, ma è indubbio lo sforzo dell’autore di costruire, sulla base di segnali deboli e non deboli, già oggi percepibili e apprezzabili, l’immagine più verosimile del futuro.
Davanti a questo scenario come non sorridere delle ridicole polemiche di casa nostra?
Un libro da leggere per meditare su cosa fare da subito.